Roma, 1 giugno 2004: incontro tra il cardinal Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione della dottrina della fede, e padre Álvaro Corcuera, LC, allora rettore del Centro di studi superiori.
Verso una cultura di ambienti sicuri


Vaticano, Piazza San Pietro, 18 maggio 2013: saluto tra papa Francesco e il pro-direttore generale padre Sylvester Heereman, LC, in occasione del primo incontro del Pontefice con i Movimenti ecclesiali durante l’Anno della fede.

Roma, sede della Direzione generale, gennaio 2014: un momento dei lavori del Capitolo generale straordinario.

Roma, 13 dicembre 2014: momento dell’ordinazione sacerdotale presieduta dal cardinal Velasio De Paolis, CS, nella Basilica papale di San Giovanni in Laterano.
15 gennaio 2011
Creazione della Commissione di avvicinamento alle vittime
In questi ultimi anni, la Chiesa Cattolica ha deciso di condurre una chiara battaglia contro gli abusi sessuali a danno dei minori partendo dal suo interno. Con il Motu proprio Sacramentorum sanctitatis tutela del 2001, san Giovanni Paolo II promulgava delle norme sui «delitti più gravi commessi sia contro la morale sia nella celebrazione dei sacramenti», riservati alla Congregazione per la dottrina della fede. Successivamente, papa Benedetto XVI ha impresso un impulso decisivo a questa lotta, grazie anche alla sua ultraventennale esperienza come prefetto del citato dicastero competente. Durante il suo pontificato, molti sono stati infatti i suoi interventi sul tema. Tra l’altro, nel 2010 approvava un aggiornamento delle norme sui delicta graviora proposto dagli stessi membri della Congregazione per la dottrina della fede. Papa Francesco sta continuando la battaglia e il 22 marzo 2014 ha istituito la Pontificia commissione per la tutela dei minori prendendo atto che:
«dolorosi fatti hanno imposto un profondo esame di coscienza da parte della Chiesa e, insieme con la richiesta di perdono alle vittime e alla società per il male causato, hanno portato ad avviare con fermezza iniziative di vario genere nell’intento di riparare il danno, fare giustizia e prevenire, con tutti i mezzi possibili, il ripetersi di episodi simili in futuro».
In questa cornice si colloca anche la risposta cristiana della Legione di Cristo a questo problema. Il 15 gennaio 2011 il Delegato pontificio Velasio De Paolis creava una Commissione di avvicinamento con il compito di «ascoltare le persone che avanzano pretese nei confronti della Congregazione a causa di o in relazione al padre Marcial Maciel». Tale organismo è stato composto dai padri legionari Florencio Sánchez Soler e Eduardo Robles-Gil, da padre Silverio López Núñez dell’arcidiocesi di Madrid e direttore del Servizio giuridico civile della Conferenza Episcopale Spagnola e dal dottor Jorge Adame Goddard, ricercatore titolare dell’Istituto di investigazioni giuridiche dell’UNAM e professore della Facoltà di diritto dell’Università Panamericana di Città del Messico ed è stato presieduto da monsignor Mario Marchesi, vicario generale della diocesi italiana di Cremona. Con l’obiettivo di cercare la riconciliazione in un contesto di giustizia e carità, la Commissione ha incontrato dodici persone che chiedevano di essere ascoltati, assistiti o compensati per i danni ricevuti.
Tutti i casi sono stati debitamente ascoltati attraverso colloqui personali e successivamente analizzati dalla Commissione in una riunione plenaria tenutasi il 12 maggio 2011. I nomi delle persone assistite sono rimasti riservati e ad ognuna di loro si è offerto appoggio morale, spirituale, psicologico e, in certe circostanze, anche materiale. Per le compensazioni economiche si sono presi come riferimento i parametri stabiliti dalle Conferenze Episcopali Europee e la giurisprudenza dei Tribunali civili spagnoli. La Commissione di avvicinamento è stata altresì consapevole che anche altre persone hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche sugli abusi commessi dal Fondatore, non presentando però nessuna richiesta di assistenza o esigenze particolari.
Essendosi fatta patente in diversi modi la disponibilità ad ascoltare queste persone, ha considerato opportuno rispettare la loro decisione di non presentare nessuna denuncia. Al termine dei lavori, la Commissione ha rimesso una relazione al Delegato pontificio ed al Capitolo generale straordinario. Una «visione panoramica» sulla risposta della Legione di Cristo è stata inoltre ampiamente presentata in una lettera del 6 dicembre 2013 firmata dal Pro-direttore generale padre Sylvester Heereman, LC, e indirizzata a tutti i religiosi legionari. La comunicazione definisce l’abuso come un male terribile che ha conseguenze tragiche per le vittime e per le loro famiglie, un peccato che offusca in modo particolare la luce del Vangelo. Essa spiega come sia stato necessario mettersi «di fronte alla triste e dura realtà dell’abuso sessuale su minori da parte di alcuni membri della nostra Congregazione» e come il Governo generale abbia «insistito affinché in tutti i luoghi dove siamo presenti vengano prese misure preventive per proteggere l’integrità dei minori affidati alla nostra cura pastorale e di rispondere prontamente e professionalmente a qualsiasi denuncia», collaborando sempre con le autorità civili ed ecclesiastiche competenti. La lettera indica questa responsabilità come una delle priorità della Congregazione, pone l’accento sulla «necessità di un corretto discernimento dei religiosi in formazione» e conclude affermando che «tutti i pastori di anime e custodi dei nostri fratelli siamo impegnati a vincere il male con il bene.
Riconoscendo le ferite che esistono nella nostra storia, Dio ci mette in grado di curarle e di impegnarci a trarre da esse lezioni che ci aiutino nel futuro». Durante il Capitolo del 2014, i Padri capitolari hanno riflettuto a lungo sugli abusi dalla prospettiva delle persone coinvolte. A questo scopo hanno ascoltato un messaggio inviato loro da padre Félix Alarcón, già sacerdote legionario negli anni Sessanta e vittima di abusi da parte del Fondatore. Egli esortava i Padri capitolari «a convertirsi alla verità», in considerazione che «soltanto la verità può farvi liberi». E nel Comunicado capitular n. 272 si legge:
«ci addolora che molte vittime e persone abusate abbiano atteso invano una richiesta di perdono e riconciliazione da parte di padre Maciel e oggi vogliamo farla noi, esprimendo la nostra solidarietà con tutte loro».
Sul tema degli abusi poi i punti nn. 209, 210 e 211 sono stati molto chiari, prescrivendo l’«istituzionalizzazione dell’organizzazione di ambienti sicuri a tutela dei minori».
Questa sezione è stata tratta dalla pubblicazione «Historia Institucional de la Congregación de los Legionarios de Cristo y del Movimiento Regnum Christi» (2015), a cura dell’Archivio Storico Generale della Legione di Cristo e del Regnum Christi, e pubblicata in occasione del 75° anniversario della Congregazione.
Testi: Salvatore Luciano Bonventre | Traduzioni: P. Gonzalo Franco, LC | Selezione fotografica: Salvatore Luciano Bonventre e Luigi Baldassarri | Coordinamento: P. Jaime Rodríguez, LC e P. Rodrigo Ramírez, LC