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Venga il tuo Regno!
27 ottobre 2015
Ai membri del Regnum Christi
Molti stimati in Gesù Cristo,
Ho il piacere di comunicarvi che il Santo Padre Francesco, attraverso la Penitenzieria Apostolica, ci ha concesso l’indulgenza plenaria in forma di giubileo in occasione del 75º anniversario della fondazione. Questa mattina ho ricevuto il rescritto in cui sono stabilite le condizioni affinché i Legionari e tutti i membri del Movimento possano beneficiare di questa grazia durante il nostro anno giubilare, che si concluderà nella Solennità del Sacro Cuore del 2016. Mi è sembrato opportuno comunicarlo quanto prima e inviarvi il decreto originale e una traduzione in spagnolo.
Come sapete, l’indulgenza consiste in una remissione delle pene temporali per i peccati già perdonati che il peccatore dovrebbe purgare nella vita presente o futura prima di poter entrare in piena comunione con Dio in cielo. Vi invito a cogliere questa circostanza per ripassare ciò che insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica su queste grazie concesse dai tesori spirituali della Chiesa (nn. 1471-1479).
Anche se potete leggere il rescritto della Penitenzieria Apostolica, che è molto più preciso, desidero riassumere qui le condizioni stabilite affinché i Legionari e i membri del Movimento possano usufruire dell’indulgenza plenaria per il nostro anno giubilare. Oltre alle condizioni ordinarie (confessione sacramentale, comunione eucaristica, preghiera per le intenzioni del Santo Padre, rifiuto di ogni peccato), possiamo ottenere l’indulgenza, applicabile anche ai defunti come suffragio:
1. nelle solennità di Gesù Cristo Re dell’Universo del 2015 e del Sacro Cuore di Gesù del 2016, rinnovando per devozione, anche in privato, i nostri voti o gli impegni di membri del Movimento chiedendo la grazia di compiere la propria vocazione. Allo stesso modo, bisogna supplicare Dio per un periodo di tempo adeguato per la fedeltà della propria patria alla vocazione cristiana, per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata e per la difesa dell’istituzione della famiglia. La preghiera si conclude con il Padre Nostro, il Credo e l’invocazione a Maria, Regina degli Apostoli.
2. ogni volta che dedicherete un tempo opportuno a praticare le opere di misericordia corporali o spirituali, concludendo con il Padre Nostro, il Credo e l’invocazione a Maria, Regina degli Apostoli.
3. ogni volta che, con cuore misericordioso, dedicherete un tempo opportuno a insegnare o imparare la dottrina cristiana o a missioni di evangelizzazione, concludendo con il Padre Nostro, il Credo e l’invocazione a Maria, Regina degli Apostoli.
I Legionari e i membri del Regnum Christi che si trovano impediti da problemi di salute o di età a compiere queste opere, potranno ugualmente usufruire dell’indulgenza plenaria con l’intenzione di adempiere alle condizioni consuete alla prima occasione, se si uniscono alle celebrazioni giubilari o ad altre iniziative spirituali, offrendo le proprie preghiere e sofferenze a Dio attraverso la Vergine Maria per la nuova evangelizzazione dei popoli e per l’istituzione del Regno del Cuore di Gesù Cristo.
Vi incoraggio a cogliere questa grazia che il Santo Padre ci concede per rinnovare la nostra gratitudine al Signore per il dono del Movimento e per aumentare il nostro desiderio di essere apostoli e testimoni credibili del Regno di Gesù Cristo.
Con un ricordo nelle mie preghiere,
P. Eduardo Robles-Gil, L.C.
Allegato: Rescritto originale e traduzione in spagnolo
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Le indulgenze plenarie nel Catechismo della Chiesa cattolica (nn. 1471-1479) |
1471 La dottrina e la pratica delle indulgenze nella Chiesa sono strettamente legate agli effetti del sacramento della Penitenza. Cos’è l’indulgenza “L’indulgenza è la remissione davanti a Dio della pena temporale per i peccati, già perdonati quanto alla colpa, che un fedele disposto e adempiendo determinate condizioni ottiene per mezzo della Chiesa, che, come amministratrice della redenzione, distribuisce e applica con autorità il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi” (Pablo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, norme 1). “L’indulgenza può essere parziale o plenaria, a seconda che liberi dalla pena temporale dovuta dai peccati in parte o totalmente” (Indulgentiarum doctrina, norme 2). “Ogni fedele può lucrarla per sé stesso o applicarla per i defunti, come suffragio, sia in forma parziale che plenaria” (CIC can 994). Le pene del peccato 1472 Per comprendere questa dottrina e questa pratica della Chiesa è necessario ricordare che il peccato ha una doppia conseguenza. Il peccato grave ci priva della comunione con Dio e, perciò, ci rende incapaci della vita eterna, la cui privazione si chiama “pena eterna” del peccato. D’altra parte, ogni peccato, anche veniale, comporta un attaccamento disordinato alle creature che è necessario purificare, sia qui in terra, sia dopo la morte, nello stato chiamato Purgatorio. Questa purificazione libera da quella che si chiama la “pena temporale” del peccato. Queste due pene non devono essere concepite come una specie di vendetta, inflitta da Dio dall’esterno, ma come qualcosa che nasce dalla natura stessa del peccato. Una conversione che proviene da una fervente carità può arrivare alla totale purificazione del peccatore, in modo che non residuino pene (cfr Concilio di Trento: DS 1712-13; 1820). 1473 La remissione del peccato e la restaurazione della comunione con Dio comportano la remissione delle pene eterne del peccato. Ma le pene temporali del peccato rimangono. Il cristiano deve sforzarsi, sopportando pazientemente le sofferenze e le prove di ogni genere e, arrivato il giorno, affrontando serenamente la morte, ad accettare come grazia queste pene temporali del peccato; deve applicarsi, sia mediante le opere di misericordia e di carità, sia mediante la preghiera e le diverse pratiche penitenziali, a spogliarsi completamente del “vecchio uomo” e a rivestirsi del “uomo nuovo” (cfr Ef 4,24). In comunione dei santi 1474 Il cristiano che desidera purificarsi dal proprio peccato e santificarsi con l’aiuto della grazia di Dio non si trova solo. “La vita di ciascuno dei figli di Dio è legata in modo ammirevole, in Cristo e per Cristo, alla vita di tutti gli altri fratelli cristiani, nell’unità soprannaturale del Corpo mistico di Cristo, come in una persona mistica” (Pablo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, 5). 1475 Nella comunione dei santi, quindi, “esiste tra i fedeli, sia tra coloro che sono già beati che tra coloro che espiano nel purgatorio o che ancora peregrinano sulla terra, un costante vincolo di amore e uno scambio abbondante di tutti i beni” (Ibíd). In questo scambio ammirevole, la santità di uno giova agli altri, oltre il danno che il peccato di uno potrebbe aver causato agli altri. Così, il ricorso alla comunione dei santi permette al peccatore pentito di essere prima e più efficacemente purificato dalle pene del peccato. 1476 Questi beni spirituali della comunione dei santi, li chiamiamo anche il tesoro della Chiesa, “che non è somma di beni, come lo sono le ricchezze materiali accumulate nel corso dei secoli, ma è il valore infinito e inesauribile che hanno davanti a Dio le espiazioni e i meriti di Cristo nostro Signore, offerti affinché l’umanità fosse liberata dal peccato e giungesse alla comunione con il Padre. Solo in Cristo, Redentore nostro, si trovano in abbondanza le soddisfazioni e i meriti della sua redenzione” (Indulgentiarum doctrina, 5). 1477 “Appartengono altresì a questo tesoro il prezzo veramente immenso, inconmensurabile e sempre nuovo che hanno davanti a Dio le preghiere e le opere buone della Beata Vergine Maria e di tutti i santi che si sono santificati per la grazia di Cristo, seguendo i suoi passi, e hanno compiuto un’opera gradita al Padre, in modo che, lavorando alla propria salvezza, hanno cooperato ugualmente alla salvezza dei loro fratelli nell’unità del Corpo mistico” (Indulgentiarum doctrina, 5). L’indulgenza di Dio si ottiene attraverso la Chiesa 1478 Le indulgenze si ottengono per mezzo della Chiesa che, in virtù del potere di legare e sciogliere concessole da Cristo Gesù, interviene a favore di un cristiano e gli apre il tesoro dei meriti di Cristo e dei santi per ottenere dal Padre misericordioso la remissione delle pene temporali dovute dai suoi peccati. Perciò la Chiesa non vuole solo aiutare questo cristiano, ma anche spronarlo a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità (cfr Indulgentiarum doctrina, 8; Concilio di Trento: DS 1835). 1479 Poiché i fedeli defunti in via di purificazione sono anch’essi membri della stessa comunione dei santi, possiamo aiutarli, tra le altre cose, ottenendo per loro indulgenze, affinché siano liberati dalle pene temporali dovute dai loro peccati. |