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«Il legionario apostolo secondo il Cuore di Cristo» – Lettera del P. John Connor, LC ai Legionari di Cristo

Pubblicato il 16 Settembre, 2022
Notizie

Il 15 settembre, Solennità liturgica della Madonna dei Dolori, il P. John Connor, LC, inviò una lettera ai Legionari di Cristo ricordando che la nostra Madre ci ha accompagnato con tanto affetto durante questi anni di purificazione e rinnovamento.

Per questo, e riprendendo la comunicazione del 2021, in cui si fa un invito a una maggiore conversione di vita, a una autentica conversione del cuore ai nuovi cammini di Dio, in questa comunicazione si affronta un nuovo tema che è centrale nel nostro carisma e missione: il legionario apostolo secondo il Cuore di Cristo.

 

Di seguito, pubblichiamo il testo integrale della lettera.

*****

Venga il tuo Regno!

Roma, 15 settembre 2022

Nostra Signora dei Dolori

 

Ai legionari di Cristo

Carissimi in Gesù Cristo:

Vi saluto con molto piacere in questa solennità di Nostra Signora dei Dolori. La nostra Madre ci ha accompagnato con il suo affetto materno durante molti anni di purificazione e rinnovamento. Ci ha insegnato, allo stesso modo che fece con Giovanni e gli altri apostoli, come seguire suo Figlio Gesù Cristo con umiltà, amore e speranza.

Un anno fa vi scrissi una lettera sul uomo nuovo invitandovi a una maggiore conversione di vita. Una autentica conversione apre il cuore ai nuovi cammini di Dio e ci aiuta a vedere con occhi di fede l’azione provvidenziale di Dio. Questa chiamata alla conversione include una sana integrazione della nostra storia personale e istituzionale. Vedere la nostra storia con occhi di fede e un cuore rinnovato è essenziale per rispondere liberamente allo Spirito Santo, «guardando avanti e avanzando con determinazione» (Lettera del 15 settembre 2021).

Ora vorrei dare continuità alla lettera dello scorso anno con un tema che è centrale nel nostro carisma e missione: il legionaro apostolo secondo il Cuore di Cristo.

Il legionaro apostolo nella cultura di oggi

Dopo aver visitato diverse comunità legionarie in nove paesi, durante l’ultimo anno, sono rimasto con due impressioni. La prima è che a quasi tutti pesa la cultura in cui ci tocca esercitare il nostro apostolato; una cultura che promuove valori aggressivamente anticristiani. La seconda è che, allo stesso tempo, c’è nei legionari un ardente desiderio di vivere il nostro carisma, contrastare le influenze secolari della cultura attuale e offrire alle persone la misericordia sanante di Cristo. Come direttore generale voglio incoraggiare tutti voi ad accettare la sfida di essere membri vivi della Chiesa, aiutandola a compiere la sua missione. Ogni diocesi, ogni congregazione, ogni cristiano ha il suo ruolo in questo compito. Anche a noi Dio ha affidato la nostra parte. Come risponderemo a questa sfida?

La nostra Congregazione e tutta la nostra famiglia spirituale hanno attraversato molti anni di discernimento e autoanalisi che ci hanno portato a una formulazione più purificata del nostro carisma. Tutto ciò al fine di renderci strumenti più autentici ed efficaci nelle mani del Signore. Come dicevo nella mia lettera dell’anno scorso:

Tutto questo lavoro personale e comunitario ci preparerà alla grande missione che ci attende. L’uomo di oggi e di sempre ha bisogno di vedere, ascoltare e imparare da altri uomini che hanno superato le prove della vita; apostoli, come i primi dodici, che hanno sofferto come loro e che hanno perseverato nella battaglia della vita» (Lettera del 15 settembre 2021).

E che battaglia! Sembrerebbe come se ogni giorno ci fossero nuove manifestazioni dello spirito maligno. La cultura è saturata di ideologie che cercano di sovvertire l’ordine morale, sociale, economico, politico e anche ecclesiale. Queste ideologie non pongono solo in discussione la fede, ma la stessa natura umana. Tentano di deturpare l’istituzione della famiglia e ingannare i giovani che non hanno la formazione necessaria per navigare tra le correnti turbolente di queste ideologie. Ci propongono soluzioni errate a problemi reali; ci rendono schiavi sotto il pretesto di renderci liberi.

Entrano in scena i legionari apostoli. Dio ci chiama a seminare i valori del Vangelo e a proporre al mondo la vera umanità che ci ha rivelato Gesù Cristo. Come Legione, che appartiene costitutivamente al Regnum Christi (cfr. CLC 1, 2.º, EFRC 3), sin dalla nostra nascita ci troviamo come parte dell’impulso dello Spirito Santo nella sua Chiesa per renderla viva e presente in questi tempi. La nostra parte è stata e è quella di aiutare la Chiesa e il Papa attraverso la formazione di apostoli, leader cristiani che seminano i valori del Vangelo nel mondo secondo il modo di pensare, vedere e sentire del Cuore di Cristo. Vogliamo creare e far crescere comunità di apostoli attraverso il Regnum Christi e, insieme a loro, stabilire le istituzioni e intraprendere le azioni che contribuiscano, in profondità e in estensione, a costruire il Regno di Cristo nella società (cfr. CLC 4, 2º).

Quasi due anni fa abbiamo pubblicato il piano del sessennio, Apostoli secondo il Cuore di Cristo, proprio per definire le priorità che ci permettano di compiere questa missione. Con una Legione rafforzata e rinnovata nella sua identità e missione, possiamo sostenere la Chiesa come Dio desidera. La nostra spiritualità, comunione e missione sono una parte della risposta di Dio alle profonde esigenze della Chiesa e della società. Sono convinto che se ogni legionaro crede in questo piano di Dio e lo vive nell’ambiente in cui si trova, la battaglia spirituale si inclinerà a favore delle forze della luce.

Essere legionari significa essere apostoli secondo uno stile proprio

Nulla di ciò che ho appena scritto dovrebbe essere nuovo per voi. L’orizzonte programmatico e le priorità di Apostoli secondo il Cuore di Cristo non contengono idee nuove o strategie innovative. Al contrario, la visione che abbiamo voluto dipingere è quella di una Legione che vive l’essenza della propria identità in modo purificato, rinnovato e rafforzato. Cioè, una Legione che riflette fedelmente ciò che la Chiesa ci ha affidato quando ha approvato le nostre Costituzioni. Leggete, ad esempio, con attenzione il numero tre delle Costituzioni:

  1. La vita nella Congregazione, come esprime il suo nome «Legionari di Cristo», comporta una totale consegna a Dio e agli uomini, in un corpo unito e organizzato. Sperimentando l’amore di Gesù Cristo, il legionaro comprende e sente l’urgenza di:

1.º concentrarsi tutta la propria esistenza in Cristo attraverso un amore reale, personale, virile e appassionato verso di Lui;

2.º vivere una carità autentica come Cristo la testimonia e la predica nel suo Vangelo;

3.º annunciare a tutti l’amore misericordioso di Dio e condurli all’incontro redentore con Cristo.

Questo numero parla di concetti chiave per noi: consegna totale, unità, urgenza, amore a Cristo, carità autentica verso gli altri, e la missione di annunciare la misericordia di Dio. Chi di noi non si appassiona nel meditare queste parole? Di cosa abbiamo bisogno di più per cogliere il senso delle nostre vite?

I primi capitoli delle Costituzioni contengono gli elementi essenziali del nostro modo di vivere il Vangelo. Non sono io a definire o decidere come dovrebbe essere l’identità del legionaro. Essa è già espressa nelle Costituzioni e sviluppata nelle Norme Complementari, nella Christus Vita Vestra e nei vari regolamenti. Ognuno è chiamato ad approfondire, assimilare e vivere – personalmente e in comunità – ciò che Dio ci chiede in questi testi, riflettendoli nella nostra vita quotidiana e arricchendoli con i nostri doni personali e ciò che lo Spirito Santo ispira nel cuore di ciascuno di noi.

Siamo tutti preoccupati per le vocazioni. Desideriamo che le nostre opere aiutino realmente le persone ad avere un incontro personale con Gesù Cristo. Se vogliamo vocazioni, se vogliamo che Dio benedica i nostri poveri sforzi apostolici, è urgente vivere con radicalità la nostra chiamata ad essere «altri Cristo». Se siamo poveri, casti e obbedienti come Gesù Cristo, come ci siamo impegnati nel giorno della nostra professione, Dio benedirà la nostra fedeltà.

Durante le mie visite alle comunità, ovunque io vada, sto incoraggiando i nostri a leggere e meditare questi testi chiave. Mi risulta evidente che, per molti di noi, uno dei rischi è lasciarsi trascinare dall’urgenza delle faccende quotidiane, e non dedicare tempo per approfondire questi scritti, a meno che non ci tocchi predicarne. Come dice il Comunicato Capitolare 2020: «La sfida, dunque, non sta nella definizione della nostra identità ma nel raggiungere un’identificazione più profonda con essa» (CCG2020, 20). Da qui nasceranno le iniziative apostoliche e i modi concreti in cui Cristo rinnovarà la sua Chiesa.

Il legionaro è apostolo innovatore

I modi concreti di evangelizzare, che nascono da legionari che vivono la loro identità, non possono essere gli stessi di sempre. Dovrebbero rinnovarsi sia nella forma che nel contenuto. La persona umana non cambia, ma il contesto culturale della sua vita, le sfide e le sfide, sono sempre in evoluzione. Perciò, i nostri modi di «annunciare a tutti l’amore misericordioso di Dio e condurli all’incontro redentore con Cristo» (CLC 3, 3.º) devono essere sempre aggiornati senza sradicarsi dal nostro carisma e dal fondamento solido del Magistero.

Mi fa piacere, ad esempio, che tra i nostri ci siano tante iniziative per evangelizzare il mondo digitale. Vedo molta creatività, arte e ingegno nell’uso di questi mezzi. Vedo legionari, in diverse parti del mondo, trasmettere un messaggio evangelico eterno in un linguaggio aggiornato. Riconosco anche le sfide. A volte ricevo commenti su ciò che pubblicano alcuni; è un fatto che ci sono padri e fratelli ben intenzionati che non riescono a trovare un equilibrio tra essere attraenti per gli utenti e, allo stesso tempo, dare un’immagine propria di un religioso. Essendo l’evangelizzazione digitale ancora un campo di novità per tutti noi, deve essere accompagnata da una riflessione personale e comunitaria sui modi più consoni al nostro stato di vita religiosa e legionaria.

Esorto tutti voi a cercare nuove vie per rivelare l’amore di Cristo, formare e lanciare più apostoli al servizio della Chiesa, senza cadere nell’estremo di vivere pendendo dalle mode, o pensare di evangelizzare quando in realtà ci stiamo mondanizzando. Per questo ci siamo formati in tanti anni: per essere strumenti migliori del Signore.

Lo sforzo di assicurare che i legionari abbiano una formazione solida e integrale mira a offrire alla Chiesa una Legione in grado di rispondere alle sfide della cultura di ogni epoca. Uomini con una formazione intellettuale che permetta loro di discernere le correnti del pensiero umano senza svincolarsi dalle verità perenni; una formazione spirituale profonda che consenta loro di affrontare il temporale del dubbio e della delusione, che naturalmente sperimentiamo andando controcorrente; una formazione umana capace di penetrare i cuori delle persone e di portare loro il messaggio di Cristo; e una formazione apostolica creativa che si confronta con le necessità della Chiesa; tutto nel contesto di oggi e sostenuto da una comunità di apostoli che rende possibile, sostenibile e attuabile questa formazione.

Il legionaro è apostolo tra apostoli

Un aspetto del piano Apostoli secondo il Cuore di Cristo che vorrei sottolineare nel contesto del legionaro apostolo è il nostro scopo di «promuovere comunità fervorose, accoglienti e animate di carità pastorale» (ASCC 5.2º e 6.2º).

Lo scorso anno lessi un libro di Thomas E. Woods, Ph. D., intitolato Come la Chiesa cattolica costruì la civiltà occidentale. Sebbene l’opera abbia alcuni elementi discutibili, è una narrazione eloquente della storia della Chiesa che mi ha aiutato a vedere con occhi nuovi l’impatto culturale delle comunità vivificate dallo spirito di Cristo. Fin dai primi secoli della Chiesa, esistevano comunità – gruppi di cristiani e poi comunità religiose – che promuovevano la fede e favorivano una cultura cristiana. Derivando dalla loro contemplazione delle cose divine e dalla loro liturgia, l’azione evangelizzatrice delle comunità religiose in particolare diede vita a molte istituzioni e opere apostoliche. I modi di vivere la vita religiosa si sono evoluti nel corso della storia e in ogni epoca hanno avuto un impatto cruciale nell’evangelizzazione e nella rinnovazione della vita nella Chiesa.

Credo che lo Spirito Santo stia chiamando le nostre comunità ad avere un impatto evangelizzatore analogo. Se viviamo la vita comunitaria secondo quanto descritto nel quarto capitolo delle Costituzioni e nelle parti correlate delle Norme Complementari e della Christus Vita Vestra, saremo una fonte di ispirazione e formazione per molti cristiani che desiderano vedere Cristo regnare nella società. La nostra vita comunitaria testimonierà ciò che significa essere una società centrata su Cristo, dove l’amore prevale sopra ogni cosa.

Ricordo che, quando ero direttore territoriale, avevamo una comunità di apostolato particolarmente vibrante. Era una comunità legionaria di apostolato che accoglieva alcuni nostri fratelli che stavano ricevendo trattamento in una clinica vicino alla casa. I padri della comunità li accoglievano con molta carità e rispetto. Mi edificava l’amore fraterno che trovavo tra i padri nelle mie visite. Sapevo che i legionari che inviavo a quella comunità avrebbero trovato l’amore e la fraternità di cui avevano bisogno.

Una comunità legionaria di questo tipo, che è accogliente e che ispira gli altri, è una comunità che mi piace chiamare «vibrante», o, in altre parole, l’amore di Cristo è così presente in essa che diventa palpabile. Si può dire che la comunità vibra con «una carità autentica come Cristo la testimonia e la predica nel suo Vangelo» (CLC 3, 2.º). Una comunità legionaria dove il Cuore di Cristo regna davvero è vitale per la nostra perseveranza personale e istituzionale. Una comunità vibrante è quella in cui c’è un grande senso di fraternità e un desiderio di creare una casa con spirito di famiglia, dove tutti si conoscono e si amano – che non significa semplicemente buoni sentimenti – ma un autentico desiderio di bene per l’altro che si traduce in azioni concrete. In una comunità vibrante si vive una vita armoniosa in cui preghiera, impegni comunitari e missione si arricchiscono reciprocamente, nonostante le tensioni inevitabili causate dai limiti di tempo e spazio. In una comunità vibrante, ciascuno è convinto che, se Cristo regna nel proprio cuore, anche regnerà nella propria comunità, che a sua volta sarà luce e sale nel stabilire il Regno nella società.

Durante le mie visite ai vari noviziati, come quello di Spagna, Monterrey, Brasile, Colombia e Nord America, sono sempre uscito edificato e rinnovato. Perché? Perché nel noviziato si vive intensamente l’amore a Cristo. Questi nostri fratelli, che si trovano all’inizio della loro formazione, trascorrono ore davanti al Santissimo adorando il Signore e chiedendogli luce e grazia. Poi si sforzano di vivere con opere la carità che sperimentano davanti all’Eucaristia. Vogliono davvero vivere con radicalità la loro risposta a Cristo, la loro consegna a Lui e agli altri. Cercano la santità nella vita religiosa legionaria, senza compromessi, come indica Apostoli secondo il Cuore di Cristo 5, 1°. Vivono la loro conse

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