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Papà e figlio sono ordinati diaconi lo stesso giorno

Pubblicato il 9 Maggio, 2016
Notizie, Santo Padre

È stata la prima volta che Mons. David L. Ricken, DD, JCL, Vescovo di Green Bay Wisconsin, ha ordinato diaconi un papà e suo figlio nella stessa cerimonia. Nemmeno uno dei presenti ricordava che qualcosa di simile fosse mai accaduto nella diocesi.

Lo scorso 7 maggio, Mons. Ricken ha ordinato David J. Parker come diacono permanente della diocesi, e ha anche ordinato diacono, ma transitorio verso il sacerdozio, a David J. Parker, Jr., LC. La cerimonia si è svolta nella parrocchia dell’Assunzione della Vergine Maria a Pulaski, Wisconsin. Il P. David Parker, LC, riceverà l’ordinazione sacerdotale a Roma, il prossimo dicembre.

La chiesa si è riempita con la presenza degli amici della famiglia e della stessa famiglia Parker, che non sono pochi. David proviene da una famiglia di 12 figli; il P. David, LC, è uno dei sette fratelli. La mamma, Denise Parker, è oggi moglie di un diacono e madre di un altro. Dopo la cerimonia ha detto in modo spontaneo che «Dio è stato molto buono con la famiglia».6

P. David Parker, LC condivide la sua storia vocazionale: Una vocazione nata da un’altra vocazione

Nel 1981, un giovane entrò come postulante nella vita religiosa. Dopo pochi anni vide che la sua vocazione non era il sacerdozio né la vita religiosa, e una volta uscito dal seminario, arrivò a conoscere la sua futura moglie, con cui si sposò nel 1983. Come dato curioso e in tono di scherzo, la comunità religiosa disse alla moglie: «Ora che hai preso uno dei nostri, devi restituire uno dei tuoi alla Chiesa». Quel «uno» nacque poi, nell’aprile del 1984. La famiglia decise di affidarsi alla protezione del Sacro Cuore di Maria. L’8 dicembre, loro e il loro bambino di 8 mesi si sarebbero messi sotto la cura amorevole e materna di Maria, consacrandosi devotamente al suo Cuore Immacolato.

Potrei dire che quello fu l’inizio della mia vocazione, un atto di consacrazione a Maria. Man mano che crescevo, la mia nonna mi insegnò ad amare Maria; mi portava al suo santuario fin dai 5 anni, per baciarle la testa e chiederle di essere sempre vicino a me. E Maria è sempre stata vicina a me.

Ma Maria era anche vicina a un altro uomo della famiglia, mio padre. Nel corso del suo matrimonio, la sua devozione alla Santa Vergine lo portò a capire che Dio aveva ancora qualcosa di più per lui, e questa inquietudine la viveva condividendola molto da vicino con mia madre. Ricordo che mio padre ci parlava, a me e ai miei fratelli e sorelle, del suo desiderio di servire Dio come diacono. E sì, vedevamo che il nostro Signore gli aveva dato le qualità per questa missione, in particolare la grazia di poter offrire consiglio; ma con 6 bambini piccoli in casa, semplicemente non poteva dedicarsi a questa particolare missione per il momento. Tuttavia, il suo desiderio di servire Dio influenzò molto me. Inoltre, mia madre ci mostrava costantemente cosa significasse guardare sempre al bene degli altri, cercava di soddisfare le necessità della famiglia e anche di altre persone, in qualsiasi momento. I miei genitori furono una componente chiave per la mia vocazione.

Il figlio e il papà.
Il figlio e il papà.

A 12 anni, conobbi il P. Juan Gabriel Guerra, LC, che era andato a casa di uno dei miei zii per tenere un ritiro a 20 dei miei cugini. La mia zia “Kitty” Zeik, che è membro del Regnum Christi, invitò il P. Juan a tenere quel ritiro in Wisconsin. Fu da quel momento che cominciai a partecipare a vari ritiri a Edgerton, WI, dove i Legionari collaborano con la scuola internazionale chiamata Oaklawn Academy. Per 6 anni fui coinvolto nelle attività dei legionari. Entrai nell’ECYD, un’organizzazione cattolica internazionale per adolescenti con il carisma del Regnum Christi, e lì cominciai a crescere nella mia amicizia con Gesù; andai anche con i Legionari a St. Louis e Atlanta per incontri di gioventù e famiglia, e visitai in tre occasioni il loro “seminario minore”, della Immacolata Concezione, nel New Hampshire. Per molti anni aiutai il P. Matthew Van Smoorenburg, LC, e altri legionari che mi offrivano formazione spirituale (addirittura uno di loro era figlio di mia zia Kitty, Matteo, che in quel momento era seminarista legionario), essi mi insegnarono ad amare Cristo nell’Eucaristia, a confidare la mia vita a Maria, e a valorizzare la vita spirituale.

Ma ci fu una pietra nello cammino. Man mano che avanzavo nella scuola superiore, mi lasciavo conquistare dalla gloria del mondo che mi attirava sempre di più. Preparare un curriculum per l’università fu qualcosa che catturò completamente i miei sforzi: cercavo menzioni onorarie, sponsorizzazioni per gli studi, mi dedicavo al calcio, mi esercitavo nel sollevamento pesi, praticavo sport di velocità, facevo rugby, mi coinvolgevo in attività extracurriculari, e persino mi candidai alle elezioni studentesche per ricoprire incarichi. Riempivo il mio curriculum ma svuotavo del vero senso le mie azioni – dalla massima onore e gloria a Dio. Mio padre vide come prendevo la strada discendente. Un giorno, mi lamentai con mio papà che niente mi stava andando bene, nulla usciva secondo i miei piani. La sua risposta fu decisa: «Figlio, vieni nella mia stanza», e chiuse la porta. Fu qualcosa di simile al giorno in cui mi sedette sul suo letto per dirmi che Babbo Natale… beh, quello che ormai sappiamo gli adulti; ma ora, 12 anni dopo, mi disse: «Figlio, non essere ridicolo. Quando è stata l’ultima volta che hai confidato in Dio, o forse i tuoi migliori sforzi non sono sufficienti per Lui?». Sconvolto, non riuscii a rispondergli, e quelle parole mi segnarono come il fuoco per il resto della vita. Il nostro Signore non aveva ancora finito con mio padre, le sue sagge parole sarebbero state un segno di come Dio lo avrebbe guidato ad aiutare gli altri nel lavoro e in famiglia. Era ancora vivo nel suo cuore il desiderio di essere diacono.

Dopo quella conversazione con mio padre, la mia vita cambiò. Mi invase una gioia immensa, e tornai a Dio, ripresi alcune buone amicizie che avevo smesso di frequentare per il mio egoismo. Dio continuava a bussare alla mia porta, e questa volta attraverso il P. Chad Wahl, LC, che di tanto in tanto chiedeva di me (avevo ignorato le sue chiamate per quasi un anno e mezzo), il padre mi chiese di aiutarlo con un ritiro a Edgerton. Andai con un po’ di riserva, e all’arrivo scoprii che ero l’unico ad aiutarlo con quasi cinquanta bambini. Il P. Chad era lì, al mio fianco, e mi pose la domanda che per anni avevo messo da parte; mi chiese se ancora pensavo al sacerdozio. La domanda arrivò dopo la mia conversazione con mio papà, così gli risposi di sì. Mi suggerì di fare un pellegrinaggio a Roma. La mia famiglia non ha molte risorse economiche, quindi non mi sembrava un’opzione realistica, ma Dio ha i suoi modi.

Mentre mi preparavo alla possibilità del viaggio, mi resi conto che avevamo perso una buona opportunità. Il volo, di per sé, non è economico, ma arrivò ad essere molto più caro del solito. Commentai a mio padre che ormai non sarebbe stato possibile. In quel momento, andò al suo computer, prese la sua carta di credito, e comprò i biglietti del mio viaggio. Mi disse: «Se Dio non paga per questo, semplicemente non paga». Come in molti altri casi, avrebbe sempre confidato nello Spirito Santo per discernere cosa dovesse fare per il bene suo e degli altri. Una settimana più tardi, con nostra grande sorpresa, arrivò l’aiuto finanziario dei Cavalieri di Colón e dei Cavalieri Cattolici (oggi noti come “Vita finanziaria cattolica”), che rese possibile il viaggio. Ancora una volta, imparai a confidare nei cammini del Signore.

Feci il viaggio a Roma per discernere la mia vocazione, anche se all’inizio era più un viaggio di divertimento. Fu il 1° gennaio 2003 quando il Signore mi concesse la grazia di dirgli di sì guardando negli occhi San Giovanni Paolo II. Con il suo sguardo potente, quest’uomo che a malapena riusciva a stare in piedi, mi diede il coraggio di consegnargli tutto al nostro Signore, come aveva fatto durante tutta la sua vita. Un giorno più tardi mi trovavo sull’altare di San Francesco Saverio, dove il P. John Bartunek, LC, ci diede una riflessione sulla vita di questo santo missionario e ci invitò ad affidargli le nostre preghiere. Pregando lì, ricordai di essere stato battezzato nella Cattedrale di San Francesco Saverio a Green Bay, e il fervore missionario di questo Santo mi fece rendere conto che Dio non mi stava chiamando alla vita diocesana, ma a quella religiosa. Il 3 gennaio, affidai di nuovo la mia vita a Maria mentre mi incorporavo ufficialmente al Movimento Regnum Christi. Tornai a casa con la convinzione che il Signore mi stava chiamando a essere Legionario di Cristo, attratto dalla missione di vivere come missionario del nostro Signore.

Due anni più tardi, andai a Monterrey, Messico, dove professai per la prima volta i consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza. Proprio prima di ciò, mio padre decise di entrare nel programma di diaconato per la Diocesi di Green Bay, e così andai con i miei genitori alla Basilica di Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico per affidare tutto. Lì di nuovo vedemmo la mano di Dio. Mentre eravamo in basilica, mia madre perse sensibilità nelle gambe. Mio padre e io dovemmo avvicinarci per evitare che cadesse. Durante tutta la settimana in Messico, i piedi di mia madre si gonfiavano e non sapevo perché (pensava fosse per il sale nel cibo messicano). Due settimane più tardi, dopo che i miei genitori tornarono in Wisconsin, mia madre mi chiamò in Messico per darmi una notizia davvero sconvolgente… dopo 14 anni, era incinta della mia sorellina, Ava. Con questo, mio padre non poté continuare il suo cammino verso il diaconato per il momento.4

5 anni più tardi, parlando con mio padre al telefono, mi disse che due sacerdoti della diocesi gli avevano detto che lui poteva essere un buon diacono. In quei cinque anni, fu uno dei membri fondatori di “Esto-Vir” (sii uomo!), un gruppo di uomini cattolici nella diocesi di Green Bay. Fondò un Club ConQuest a Green Bay. Fu anche invitato a far parte del Consiglio dell’Educazione Cattolica della sua parrocchia. Quindi riconsiderò nuovamente la sua vocazione al diaconato, mentre, seguendo una mozione dello Spirito Santo, parlavo con Mons. David Ricken. Mons. Ricken aveva appena aiutato Mons. Chaput nella Visita Apostolica alla Legione negli USA. Mons. Ricken mi disse che anche lui pensava che mio padre avesse vocazione al diaconato e che avrebbe parlato con lui di ciò.

Fu in quel momento che mio padre, con il beneplacito di mia madre, decise di riprendere ciò che aveva iniziato 5 anni prima; iniziò ufficialmente il suo cammino verso il diaconato. Quando mio padre mi disse che Mons. Ricken aveva parlato con lui (e in effetti lui non sapeva che io avevo parlato prima con il vescovo di tutto ciò) e che la sua formazione al diaconato avrebbe richiesto circa 5 anni, semplicemente non potevo crederci! Dopo aver contato con le dita – letteralmente – mi resi conto che il Signore ci aveva messi entrambi su un cammino per ordinarci diaconi contemporaneamente.

Negli ultimi 5 anni, mio padre e io siamo stati molto vicini, non solo come padre e figlio, ma anche condividendo una vocazione; entrambi riconoscemmo che Dio ci chiamava a servire i nostri fratelli e sorelle. E ora che ci siamo ordinati diaconi, mi rendo conto anche che Dio ci desidera più uniti. La mia vocazione viene da una madre e da un padre che hanno sempre confidato nello Spirito Santo e che vivevano con una grande carità, preoccupandosi degli altri. Si potrebbe dire che la vocazione di mio padre iniziò in un dialogo innocente con suo figlio. E ora, la nostra vocazione ci riunisce il 7 maggio 2016, a Pulaski, WI, dove ci configuriamo con Cristo Servo, sotto la guida e la vicinanza della nostra Madre del Cielo. La nostra consacrazione all’Immacolata Concezione si completa qui, nella parrocchia dedicata all’Assunzione di Maria. Andiamo insieme a Maria a prepararci per essere presenti il giorno successivo, festa dell’Ascensione del Signore, servendo entrambi sull’altare.

Il sacerdote solleverà con le sue mani il nostro Signore nell’offerta, mentre noi, i diaconi, testimonieremo insieme al sacerdote come Cristo ascende al cielo, nel giorno dell’Ascensione. Qui ascolteremo le parole dell’angelo: «Uomini di Galilea, perché state guardando il cielo?». E saremo inviati a testimoniare agli altri ciò che vedremo ogni giorno sull’altare; l’amore e la misericordia del nostro Signore!

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Questo articolo è una traduzione in italiano di “David Parker, David Parker ordained deacons“.

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