«Che sarebbe del mondo senza sacerdoti?», si chiedeva il P. Carlos Zancajo, LC, direttore territoriale del Regnum Christi e della Legione di Cristo in Spagna, e presidente della fondazione Alter Christus, durante la consegna dei premi che questa organizzazione assegna annualmente. «La cosa più preziosa è la testimonianza del vostro incontro con Cristo, che portate con la vostra gioia, con il vostro volto e distintivo», disse il P. Carlos Zancajo ai premiati.
Per il terzo anno consecutivo, la Fondazione Alter Christus ha consegnato, il 21 novembre, dei premi che questa volta sono andati ai sacerdoti José Luis Huéscar, Daniel Pajuelo, Pedro Trevijano e Gaétan Kabasha. I premiati sono stati accompagnati da un numeroso gruppo di sacerdoti, religiosi, consacrati e laici che hanno voluto essere presenti in loro onore. L’evento si è svolto presso la Università Francisco de Vitoria. Il P. Agustín de la Vega, LC, direttore della Fondazione, non ha potuto partecipare all’evento perché si trovava attualmente a Los Angeles (Stati Uniti), ma ha fatto sentire la sua presenza tramite un video.
È possibile vedere una fotogalleria dei premi qui.
L’incontro è iniziato con una preghiera di ringraziamento per i sacerdoti, recitata da tutti i presenti, seguita da alcune parole introduttive del P. Jorge Ranninger, LC, Delegato per l’apostolato del Regnum Christi in Spagna, e di Clemente López, Vice Rettore di Ricerca e Innovazione dell’Università Francisco de Vitoria.
Una vita per l’Africa e i malati

dopo la consegna dei premi.
Il sacerdote ruandese Gaetán Kabasha è stato il primo premiato e ha ricevuto il riconoscimento nella categoria ‘Azione Sociale’ dalle mani di Elena Morales, consacrata del Regnum Christi, che lavora con il padre presso l’Ospedale Clinico San Carlo di Madrid. Dopo un video di presentazione e aver ricevuto il premio, Kabasha ha spiegato di aver potuto vedere “che, quando non ci sono risorse umane, non c’è progetto che valga la pena perché, quando si avvia qualsiasi cosa, bisogna avere persone capaci di capire il progetto e portarlo avanti”. Ha fondato un’opera chiamata AUDE (Associazione Università per lo Sviluppo) con l’obiettivo di finanziare studenti universitari africani.
Ha concluso le sue parole ringraziando la Fondazione Alter Christus “per aver osservato quei dettagli insignificanti o invisibili. Siete capaci di guardarli, di identificarli e di assegnare un premio come questo che forse non merito e che, per un mistero, mi è stato assegnato”.
“Cose da nerd” al servizio del Vangelo

Nel capitolo ‘Nuova Evangelizzazione’, il padre marianista Daniel Pajuelo ha ricevuto il suo premio dalle mani di Paula Puceiro, direttrice della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Francisco de Vitoria. Daniel Pajuelo si è distinto per l’applicazione della tecnologia alle lezioni di religione, come l’uso del videogioco Minecraft, oltre al suo lavoro di evangelizzazione sui social media: è youtuber e ha più di 18.000 follower sul suo account di twitter.
Le sue prime parole, dopo il video di presentazione, sono state di ringraziamento alla sua congregazione. Ha spiegato di aver trascorso 20 anni come religioso marianista, e solo 3 come sacerdote: “Voi qui vedete un sacerdote, ma dietro c’è la mia congregazione, di cui sono felice che oggi mi accompagni qui”. E ha sottolineato che “non posso parlare della mia missione senza parlare di loro, del nostro impegno ad annunciare il Vangelo, a costruire una società più giusta e più fraterna”.
Facendo riferimento al suo lavoro, ha spiegato che “tutte queste cose ‘da nerd’ che faccio, vengono dal cuore e dalla semina che tante brave persone hanno fatto nella mia vita, i miei genitori, i miei fratelli di comunità e molte persone che, senza saperlo, attraverso i mezzi di comunicazione, hanno risvegliato in me nuovi linguaggi e nuove forme di trasmettere il Vangelo. Questa è la chiamata che ho ricevuto a 17 anni: annunciare l’Amore di Dio che ho scoperto e che sana ogni ferita, che è capace di dare senso alla propria esistenza. Lo faccio cercando di imparare i linguaggi degli uomini e delle donne di oggi, e arrivando dove posso arrivare; e in questo il Signore ha messo a mia disposizione i mezzi”.
Un pastore e insegnante consacrato alla vita e alla famiglia

Il logronese Pedro Trevijano ha ricevuto il premio per la sua dedizione, nel corso dei suoi 53 anni, alla pastorale familiare. Durante questi anni è stato professore di Teologia Morale nel seminario, e di morale e religione cattolica in vari istituti di Logroño.
Dopo il video che lo presentava, la targa del premio è stata consegnata da Asunta Serrano, vice direttrice della scuola Everest School Monteclaro. “La mia preoccupazione è stata l’educazione affettivo-sexuale, che continua a essere uno dei grandi problemi attuali.
Successivamente, con il passare del tempo – ha spiegato don Pedro –, quando sono andato in pensione, ho cambiato mentalità, e sono diventato cappellano di una residenza per malati di Alzheimer”. Ha commentato che, inoltre, la sua grande preoccupazione attuale è tutto ciò che riguarda l’ideologia di genere.
José Luis Huéscar: i sacerdoti sono stati la sua parrocchia

Il quarto premio che consegna la Fondazione Alter Christus è quello che riconosce il lavoro di chi si prende cura dei sacerdoti. In questa terza edizione, il premiato è il sacerdote asuncionista José Luis Huéscar, che non ha potuto ritirarlo perché accompagnava a Roma don Carlos Osoro, arcivescovo di Madrid, che proprio questo sabato è stato consacrato Cardinale per mano del Papa Francesco.
Dopo aver visto il breve servizio sul P. José Luis, ha ricevuto il premio a suo nome don Alfredo Jiménez, che è stato suo segretario per 15 anni, quando Huéscar era responsabile della Vicaría VII di Madrid. Don Alfredo ha fornito la sua testimonianza personale e diretta di conoscere il premiato: “Doy fede di tutto l’impegno che ha sempre messo nel prendersi cura dei sacerdoti. Essi sono stati la sua parrocchia”. E ricordando anche il suo lavoro nella parrocchia Reina del Cielo, che gli è toccato costruire, il segretario ha detto che gli sembra che “sia un atto molto giusto, molto di giustizia, consegnare questo premio e, allo stesso tempo, conoscendo la sua intenzione, preghiamo, innanzitutto, per la santità dei sacerdoti, e, in secondo luogo, per le vocazioni sacerdotali, perché il sacerdozio è la continuazione dell’opera redentrice di Cristo e questo non ha sostituto ed è fondamentale nella Chiesa”.