L’Avvento è un tempo soprattutto che deve preparare il nostro cuore, per fare un’esperienza viva, piena di gratitudine e ammirazione, di Gesù.
Per il P. Dennis Doren, LC.
L’Avvento, è un tempo speciale, non solo per i preparativi esterni come sono gli addobbi, i regali che devo comprare o sto comprando. L’Avvento è un tempo soprattutto che deve preparare il nostro cuore, per fare un’esperienza viva, piena di gratitudine e ammirazione, di Gesù, Il Figlio di Dio, che viene a fare dimora tra noi, che viene a restare e a vivere con noi. Questa festa ci deve portare a fare una vera esperienza di Amore, perché il Natale è Amore. È l’Amore di Dio che decide di farsi uno di noi e di portarci il perdono e la Pace, come non vivere il Natale con il vero senso, come lasciarsi distrarre, dagli addobbi, dai regali, dai vestiti che devo mettere in questi giorni, ecc. Vivi questi giorni preparativi con lo sguardo rivolto a Betlemme, quella grotta semplice e calda, che ancora una volta vuole aprirci le sue porte per lasciarci passare e darci un po’ di ciò che c’è dentro, Amore. Tanto amore. Vi condivido questa storia di questa signora, una signora come te che in questi giorni si affanna per comprare e comprare.
Ero a San Francisco, a poche settimane dal Natale.
I negozi cominciavano già a essere colorati, pieni di luci, alberi con palline lucenti, presepi meccanizzati, che davano vita alla nascita del Bambino Gesù.
Dopo gli acquisti, folle aspettavano impazientemente gli autobus e i tram alla fine del pomeriggio, per il ritorno a casa.
Quasi tutti portavano pile di pacchi di vari formati e dimensioni e la stanchezza era tale che cominciai a chiedermi se gli innumerevoli amici e parenti meritassero davvero quei regali e tanto sacrificio.
Quello non era lo spirito del Natale che desideravo e in cui credevo. Alla fine, sono stata letteralmente spinta dentro un tram affollato.
L’idea di rimanere lì scomoda, mal sistemata, con i pacchi che pesavano e scivolavano dalle mie braccia, fino ad arrivare a casa, diventava insopportabile. Quanto darei per un posto seduta.
Man mano che alcune persone scendevano, riuscivo a respirare meglio e cominciai a osservare gli altri passeggeri.
Vidi un bambino piccolo, con un sorriso brillante, tirando la manica di una signora e chiedendo: – Vuole sedersi?.
Caricando parte dei suoi pacchi, lui la portò fino alla sedia vuota più vicina, e partì alla ricerca di un’altra persona stanca.
Così, un posto desiderato si apriva, quel bambino si impegnava rapidamente tra quella massa umana per cercare una signora carica di pacchi e la portava fino alla sedia.
Finalmente, quando sentii quella manina fragile, sulla mia manica, ero già completamente affascinata dal bambino.
Mi prese per mano e con un sorriso che non dimenticherò mai disse, prendendo parte dei miei pacchi: – Vieni con me.
Appena ebbi il tempo di ringraziarlo, perché lui già partiva alla ricerca di qualcun altro da aiutare.
I passeggeri del tram, che in generale viaggiavano guardando avanti ed evitando gli sguardi dei vicini, cominciarono a cambiare sorrisi.
Una giovane signora commentò con me la stanchezza che sentiva, e tre persone si scesero contemporaneamente per prendere uno dei suoi pacchi che cadde a terra.
In poco tempo, le persone cominciarono a conversare. Quel bambino aveva davvero cambiato in qualche modo l’ambiente teso e stanco.
Tutti noi ci sentivamo avvolti in un tenue sentimento di calore, e il tragitto rimanente trascorse con serenità e piacere.
Non vidi scendere il bambino. Quando guardai lui non era più lì.
Arrivata alla mia fermata, saltai dal tram calpestando le nuvole e desiderai sinceramente al conducente “Buon Natale”.
Per la prima volta percepì come le case della mia strada fossero splendidamente illuminate e pensai di riunire i vicini per un tè prima della fine dell’anno.
Mi sentivo bene con il mondo, felice dei regali che avevo comprato e della gioia che avrebbero dato alle persone a cui li avrei regalati.
E, all’improvviso, il Natale smise di essere una festa di consumo stressante, per assumere il suo vero senso. Un momento di Pace, Gioia e tanto Amore, perché ho capito che questo Amore era quello che Gesù veniva a donarci ogni 24 dicembre.
Ancora una volta era un bambino che, con il suo gesto d’amore, annunciava la nostra vera vocazione: AMARE.
Goditi questo Natale, ricorda che se festeggiamo la nascita di Gesù, è per ringraziare Dio della Sua presenza, del Suo affetto e soprattutto dell’Amore così grande che ha lasciato nei cuori di ognuno di noi.