Siamo una famiglia spirituale che cerca di dare gloria a Dio e rendere presente il Regno di Cristo nel cuore degli uomini e nella società, mediante la santificazione personale nello stato e condizione di vita a cui Dio ci ha chiamati, e attraverso un’azione apostolica personale e comunitaria.
Regnum Christi
I Legionari di Cristo offrono, attraverso la loro consacrazione religiosa, la testimonianza della loro dedizione a Gesù Cristo e la piena disponibilità alla realizzazione della missione comune. In quanto sacerdoti, rendono presente Cristo Sacerdote e Buon Pastore, tramite la predicazione, l’amministrazione dei sacramenti e la guida spirituale. In comunione con tutti, collaborano nella formazione integrale, nella direzione e nella proiezione apostolica dei fedeli associati del Regnum Christi.
Le Consacrate del Regnum Christi offrono, dalla loro identità femminile, il dono della loro consacrazione laicale attraverso la totale ed esclusiva dedizione all’amore di Cristo, essendo segni del Regno in mezzo alle realtà temporali; promuovendo e custodendo la comunione; andando incontro alle persone nelle realtà concrete della loro vita e intraprendendo quelle azioni che maggiormente contribuiscono all’instaurazione del Regno di Cristo.
I Laici Consacrati del Regnum Christi offrono il dono della propria consacrazione laicale e secolare attraverso la testimonianza profetica, vivendo nel mondo senza essere del mondo; mediante l’evangelizzazione delle realtà temporali; con disponibilità, carità, competenza professionale e gioia nel servizio al Regnum Christi, alla Chiesa e agli uomini; promuovendo la comunione fraterna tra tutti e attraverso la preghiera.
— Cf. Statuti del Regnum Christi, n. 5.

Possono associarsi individualmente al Regnum Christi altri fedeli:
- Fedeli laici che non assumono i consigli evangelici con vincolo sacro e che accolgono personalmente una vocazione a vivere pienamente il loro impegno battesimale in mezzo alle realtà temporali secondo lo spirito e la missione che animano questa Federazione
- Sacerdoti, diaconi e seminaristi secolari.
— Cf. Statuti del Regnum Christi, n. 2.
Cristo è il Regno in persona e ci invita alla missione di renderlo presente qui e ora nel cuore degli uomini e nella società: a essere i suoi apostoli
Qual è il carisma del Regnum Christi?
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Dal carisma nascono una spiritualità e un modo di vivere la missione che, nella vita del membro, si concretizzano in cinque elementi caratteristici: vita di squadra, vita spirituale, formazione, accompagnamento e apostolato, con un forte valore dell’incontro con Cristo, che è il modo proprio di discernimento nel Regnum Christi.
Vita di Squadra
Vita Spirituale
Formazione
Accompagnamento
Apostolato

Rendere presente il mistero di Cristo che …
- Cristo, l’inviato, l’Apostolo del Padre, esce incontro all’umanità per rendere presente il suo Regno nei nostri cuori e nel mondo. Cristo, l’Amore Incarnato, è presenza del Regno in questo mondo. È un incontro vivo tra Dio e l’uomo.
- Nella sua vita nascosta, incontra gli uomini nella vita ordinaria, nell’esercizio di una professione, nella quotidianità delle relazioni umane, nell’obbedienza ai suoi genitori e nell’obbedienza al suo Padre.
- Nella sua vita pubblica è presente lì dove si trova l’uomo del suo tempo: sui sentieri, ai banchetti di nozze, sulla riva del lago, negli uffici delle imposte, alla bocca del pozzo.
- Incontra anche l’uomo nelle esperienze più profonde: la morte di una persona cara, nella gioia e nella bellezza dell’amicizia, nelle celebrazioni, nella fatica apostolica, nell’oscurità della prova, nella sofferenza fisica, nella malattia e nel dolore, nell’amore rifiutato.
- In modo molto speciale è incontro di Dio e degli uomini nella preghiera, dove li presenta al suo Padre.
Tutte queste realtà toccate da Cristo diventano realtà del Regno: il Regno che Egli viene ad annunciare e a rendere presente; il Regno che vince il regno delle tenebre con la forza dell’amore.
Cristo, rivelando l’amore che arde nel suo Cuore, ci invita ad aprire il nostro proprio cuore per riceverlo. Ci invita ad amarlo Lui e ciò che Lui ama. Ci invita a lasciarLo amare in noi.
- Dall’inizio della sua predicazione fino al momento della sua morte sulla croce e della Resurrezione, Cristo ci lascia vedere l’immenso amore che ha per il suo Padre, dal quale è uscito e al quale ritorna. Un Padre da cui riceve e a cui dona lo Spirito. Un Padre vicino e affettuoso al quale si riferisce come «Abba». Un padre che è anche nostro padre.
- Ama Maria come un figlio ama sua madre e la associa a tutta la sua vita, alla sua opera redentrice e, ai piedi della croce, la consegna come Madre alla Chiesa nascente.
- Ama appassionatamente gli uomini suoi fratelli. Li ama fino all’estremo, fino al punto di dare la vita. Così come Egli è amato dal Padre, così ama loro.
- Cristo ama con un amore personale, capace di stabilire relazioni profonde. Un amore fedele ai suoi amici. Un amore che si commuove per i bambini, che si compatisce di chi soffre e si rallegra con chi gioisce.
- Un amore che ha sete di essere amato e che non si vergogna di riconoscerlo. Lo esprime accanto al pozzo e lo esprime sulla croce. Un amore che tocca e si lascia toccare. Si rende vulnerabile.
- Un amore che perdona, guarisce e consola. Un amore che rialza e ristora la dignità. Un amore che Risuscita, che dà la vita in abbondanza. Un amore che vince definitivamente il peccato e la morte, un amore che rende nuove tutte le cose.
- Un amore sacerdotale che si offre per i suoi fratelli gli uomini: tanto per l’amico quanto per il nemico; tanto per chi lo riconosce e accoglie, quanto per chi lo nega e rifiuta.
- Un amore che arde per rendere presente il Regno del suo Padre e ci insegna a chiederlo nella preghiera del Padre Nostro, con ogni parola e ogni gesto mi rivela il suo amore per me.
- L’amore che arde nel cuore di Cristo è un amore che raduna in comunione, invita a rimanere in Lui. Un amore che ci rende fratelli in Lui.
- Al momento di iniziare la sua vita pubblica, Gesù chiama dodici uomini. Esce incontro a ciascuno, là dove si svolge la loro vita ordinaria. Li chiama a stare con Lui, fa conoscere loro i misteri del Regno, l’amore che arde nel suo cuore, li raduna in comunità e li rende partecipi della sua missione.
- Convocare discepoli per formare con loro una comunità per la missione non è qualcosa di opzionale, è un atto fondativo del Regno. Radunandoli, Cristo rivela un mistero più grande, il mistero della comunione ristabilita che è la Chiesa, suo corpo e inizio del suo Regno sulla terra. Uniti intorno a Lui e uniti nella missione.
- In comunità ricevono dal Signore il dono dell’Eucaristia nell’Ultima Cena. La comunità dei dodici, riunita in preghiera insieme a Maria, riceve il dono dello Spirito a Pentecoste. In comunità inco
ntrano il Signore Risorto, sia nel cenacolo sia sulla riva del lago. - La comunità che segue il Signore non si limita ai dodici. Quante donne piose e coraggiose lo accompagnano nei suoi cammini, specialmente in quello più doloroso: quello che lo conduce al Calvario. Ci sono anche famiglie convocate intorno a Lui, come la famiglia di Betania. I 72 discepoli, inviati in missione, ritornano a riunirsi con Gesù per condividere la gioia dell’esperienza di annunciare il Regno.
- La comunità convocata da Gesù si configura nel contatto quotidiano con Lui, condividendo la vita con il loro Maestro e Signore. Lo accompagnano nei cammini che percorre, nelle case che visita, nella barca che tante volte attraversa il lago di Galilea. Imparano da Lui come amarsi gli uni gli altri e pregare insieme il Padre.
- Gli apostoli riprodurranno questo modo di agire del loro Maestro. Inviati in tutto il mondo a predicare il Regno formeranno comunità di credenti, che spezzano il Pane Eucaristico, che condividono il cibo, i beni e si prendono cura dei bisogni di tutti. Insieme lodano il Signore e con la loro vita lo annunciano.
- La formazione degli apostoli avviene nel contatto intimo con Gesù Cristo. Possiamo dire che la vita condivisa con Lui è ciò che li va configurando con sé: insegna loro a vedere, pensare, sentire, agire, volere come Lui fa. Nel rapporto intimo rivela loro l’amore del suo cuore e loro imparano ad amare ciò che Lui ama.
- Gesù si dona a tutti, ma dedica una parte significativa del suo tempo a formare specialmente alcuni, introducendoli intimamente nel suo mistero e rendendoli partecipi della sua missione.
- Nei fatti quotidiani li porta a scoprire la presenza e il progetto di Dio sugli uomini suoi fratelli. Un progetto d’amore redentore, un progetto di incontro con l’uomo per restaurarlo nella sua dignità di figli amati dal Padre.
- Annuncia loro il Regno, le sue caratteristiche ed esigenze e li chiama alla conversione. Insegna loro a riconoscere la sua presenza o assenza nelle diverse realtà:
Presenza del Regno nella fede di molte persone (la donna con il sangue, il centurione, la donna cananea), nella generosità (la vedova del Tempio), nel pentimento e desiderio di conversione (Zaccheo), nella sete e nella ricerca (la Samaritana, Nicodemo), ecc.
Assenza del Regno nell’ipocrisia e mancanza di verità (alcune usanze dei farisei), nella mancanza di perdono, nella violenza, nel tradimento e nella mancanza di speranza.
- Spiega loro il significato delle parabole e li introduce nei misteri che è venuto a rivelare. Insegna loro che ci sono demoni che escono solo con preghiera e sacrificio.
- Insegna loro cosa significa essere Re secondo i criteri del Regno del Padre. Con la sua stessa vita mostra loro che la vera leadership consiste nel dare testimonianza della verità, nel servire i fratelli, nel sottomettersi liberamente alla volontà del Padre e dare la vita per amore.
- Li forma a vivere inseriti nella realtà del mondo come il lievito nella pasta, ma senza sottomettersi ai criteri del mondo: il suo Regno non è di questo mondo.
- L’invio in missione nasce dalla stessa Trinità: «Perché Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna». Il Padre manda Cristo per redimere l’uomo.
- Cristo, a sua volta, invia i suoi discepoli: «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Essi partecipano alla missione redentrice di Cristo: li manda a «proclamare la Buona Novella a tutta la creazione».
- Il mandato missionario avviene al momento della sua Ascensione, ma anche durante il suo ministero pubblico Cristo li invia in missione: a guarire, a scacciare demoni, a sfamare le folle, a preparare la cena pasquale.
- Li invia con raccomandazioni molto chiare: non portare borsa, calzature né bisaccia; annunciare la pace entrando in una casa, fermarsi lì e accettare ciò che venga offerto da mangiare e bere.
- Al ritorno dalla missione, consiglia loro di non gioire perché i demoni si sottomettono a loro, ma di gioire perché i loro nomi sono scritti nei cieli.
- Gesù va incontro alle persone e cammina con loro sia nei percorsi esterni tra un villaggio e l’altro, sia nei cammini interiori.
- Il dialogo con la Samaritana presso il pozzo ci mostra come Lui, durante la conversazione, accompagni un processo interiore. Percorre, insieme ai discepoli scoraggiati, la strada che da Gerusalemme sale a Emmaus, e anche il cammino delle Scritture spiegando loro come esse preannuncino ciò che è appena accaduto.
- Accompagna Pietro nel suo cammino di configurazione con Lui. Lo chiama, sale sulla sua barca, lo invita a «remare verso il largo». Gli rivela gradualmente la sua stessa identità di Figlio di Dio e il mistero della Redenzione: «Questo non te l’ha rivelato né carne né sangue, ma il mio Padre che è nei Cieli»; «adesso non capisci ciò che sto facendo, ma poi lo capirai». Allo stesso tempo gli rivela la sua identità e la sua missione.
- Al momento dell’Ascensione promette di accompagnarli sempre: «Io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo».
- Nell’Ultima Cena promette di inviare il suo Spirito – il grande accompagnatore – che «vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto». Lo ricevono a Pentecoste e li assiste nella loro attività evangelizzatrice lungo gli Atti degli Apostoli.
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