“Se tu vuoi, puoi salvarmi”
Una missione mi è bastata per vivere un’esperienza di vera gioia. A 20 anni tutto era nei miei piani… tranne diventare sacerdote. I miei amici mi chiamavano “Happy”. L’esperienza della gioia era sempre stata parte della mia vita e anche se mi sono sempre considerato una persona abbastanza allegra, in quei momenti attraversavo una grande crisi di vuoto ed è per questo che decisi di partire per le missioni.
Quella settimana santa del 2009 la ricorderò sempre, perché ho sperimentato la gioia della semplicità, il contentarsi con l’essenziale e il saper godere della vita così come viene (includendo Dio nei tuoi piani). In una delle case che ho visitato, ho incontrato una signora che mi ha fatto una domanda che mi ha paralizzato: “Sei seminarista?”.
Sebbene la risposta sia stata un “no” secco e sincero, era anche vero che non mi era mai stata posta questa domanda. “Forse potrei essere sacerdote?” ho pensato. Nulla me lo impediva. La domanda mi è rimasta accanto dopo quelle missioni, insieme ad altri segni che ho percepito durante le settimane e i mesi successivi.
Dopo quelle missioni, il pensiero di poter vivere tutta la mia vita una gioia come quella vissuta in missione si è fatto sempre più forte. Ma non sapevo da dove cominciare a rispondere a questa inquietudine.
Ho avuto la benedizione di avere alcune persone vicine che sono state capaci di intuire i segni che mi stavano passando, e mi hanno aiutato a mettermi in contatto con un sacerdote legionarios. Grazie a questi aiuti sono potuto andare a un ritiro in cui ho detto a Dio che sarei stato disposto a essere ciò che Lui voleva. Bastava che Lui me lo facesse vedere.
Durante il ritiro, una frase del Vangelo mi ha colpito: “Se tu vuoi, puoi”. È una parola che una persona malata di lebbra rivolge a Gesù. Quella “Se tu vuoi, puoi guarirmi” mi ha aiutato a capire che alla fine la vocazione era una risposta d’amore a colui che si metteva davanti alla tua vita e aveva il potere di salvarti.
Quell’anno stesso, dopo un discernimento molto rapido, sono entrato nel postulato. Per me era importante sapere presto cosa Dio volesse da me. La mia esperienza è stata che nel seminario ho incontrato i veri “happy”, la vera gioia, cioè i seminaristi che con la loro semplicità e autenticità mi hanno mostrato uno stile di vita evangelico che mi ha colpito e ho pensato: “Se diventassi sacerdote, vorrei essere un sacerdote santo, un sacerdote legionarios”.
Sinceramente credo che sia difficile riassumere in poche righe tutto il cammino, tutte le grazie, le benedizioni, i momenti di croce e di incertezza che questa risposta ha comportato. Posso solo dire che ho trovato la vera gioia. Non una gioia che è una conquista personale, ma una che è un frutto, un dono dello Spirito Santo.
Da quel 2009 ad oggi sto cercando di vivere secondo quel pensiero che Dio mi ha dato e di poter rinnovare costantemente l’esperienza della vera gioia nell’offrirmi agli altri come legionarios di Cristo. Ti chiedo le tue preghiere affinché possa essere uno strumento, come cristiano e sacerdote, della gioia che Dio dà alla tua vita.
Biografia:
Il P. Jorge Alberto Mora González, è nato a Mexicali, B.C. Messico, il 28 settembre 1988. È il maggiore di tre figli. Si considera una persona molto vicina alla sua famiglia, e una persona allegra. È entrato nella Legione di Cristo nel 2009. Ha fatto il noviziato a Bad Münstereifel, in Germania; ha studiato le Lettere Classiche a Cheshire, Connecticut (USA); ha completato gli studi di filosofia e teologia a Roma, Italia; ha vissuto il suo periodo di praticantato apostolico nella pastorale giovanile e vocazionale in America Centrale; attualmente risiede nella comunità di Padova, Italia, ricoprendo il ruolo di direttore della sezione giovani e assistente alla promozione vocazionale del territorio.