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«Ci sono molte sfide che richiedono grinta e zelo: ci vogliono uomini e donne così per costruire il futuro»

Pubblicato il 23 Giugno, 2020
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P. José María Ramírez, L.C., un madrileño de 65 años, en Río de Janeiro

P. José María Ramírez, L.C., un madrileño de 65 años, a Río de Janeiro

P. José María Ramírez, L.C., un madrileño de 65 años, a Río de JaneiroIl P. José María Ramírez è un legionario veterano di mille battaglie. Gli ultimi 18 anni li ha trascorsi in Brasile, un paese in cui, per lui, “il Regnum Christi può e deve fare meraviglie: nell’evangelizzazione, nell’educazione e nel sociale”. È madrileno anche se gran parte della sua famiglia si trova a Soria. Conobbe il Regnum Christi nel 1971, quando il P. Stenson arrivò nella sua scuola e lo invitò a dei gruppi il cui responsabile era Alfredo Fernández. Si unì come laico al Regnum Christi il 2 maggio 1972, e il 23 dicembre dello stesso anno si consacrò con i Laici Consacrati. Apparteneva alla prima comunità di laici consacrati che ci fu, quella di Conde de la Cimera, insieme al P. Juan Francisco González, tra gli altri: “Siamo stati fondatori, davvero, non c’era nulla di stabilito – ci racconta-. Potrei scrivere un libro su quel periodo fino al 3 luglio 1977, quando entrai nella Legione”. Inoltre, possiede una virtù curiosa che gli ha guadagnato amici e gli ha aperto porte: “Sono l’unico sacerdote che pedala a Rio de Janeiro… a 65 anni”, qualcosa di molto familiare per lui, poiché nella sua casa di Soria ci sono più di 17 biciclette.

L’ufficio di comunicazione del Regnum Christi in Spagna ha potuto parlare di vari temi con lui a seguito di un’intervista rilasciata al quotidiano O Globo, del Brasile, per il suo lavoro durante la pandemia usando i social network, avvicinando la Messa a molte persone grazie a suo Instagram, e persino usando il suo telefono affinché i figli potessero salutare i loro genitori negli ospedali. Il P. Ramírez ci racconta che servono apostoli con “grinta e zelo” per “costruire il futuro e aiutare Cristo e la Chiesa”. Ci spiega che la vera grandezza “è affondare nel solco. Donarsi a Cristo pienamente (…) Cristo parla della vera grandezza chiaramente: essere figli di Dio. Partecipare alla natura divina. Ricevere Cristo nell’Eucaristia! Non c’è grandezza maggiore!”. Cristo è esempio di questa grandezza “a Getsemani, sul Calvario, e nella piccola Ostia consacrata che si dà alla mia miseria”, ci racconta. Il P. José María è il direttore di sezione degli adulti a Rio de Janeiro.

È stato intervistato da uno dei giornali più importanti del paese, O Globo, perché trasmette messe su Instagram e celebra funerali online affinché le persone possano salutare i loro familiari. Com’è il suo cuore? Come si è reso conto di dover fare qualcosa?

La pandemia ha fermato la vita, quante cose abbiamo dovuto cancellare a causa del coronavirus, ma bisogna continuare a vivere. Sembra che abbiamo pretese di eternità e lasciamo tutto per dopo: “Vivrò con mia madre più tardi… chiamo mio fratello più tardi…”. Per questo noi abbiamo bisogno di alleviare la solitudine delle persone care facendo piccole sorprese, unendoci più volte al giorno. E per farlo puoi usare FaceTime, Zoom, Teams, Skype, inviare musica con il cellulare…

P. José María Ramírez, L.C., un madrileño de 65 años, en Río de Janeiro¿Qué dicen sus feligreses de estos cambios? ¿Le siguen por las redes?

Realmente, no tengo feligreses. Tenemos un centro de evangelización del Regnum Christi llamado Nossa Senhora de Guadalupe, con una capilla grande, donde damos catecismo para la Primera Comunión, con un equipo de 15 catequistas, algunas del Regnum Christi, y más de 100 familias. Después siguen en clubes y algunos llegan al ECYD. Estamos creciendo. El año pasado había 7 grupos y este año 10. El equipo de catecismo abrió en Instagram catecismo RC a finales de marzo y ya tiene más de 2.400 seguidores. Mucha gente se conecta a las misas virtuales: entre 200 y 300 conexiones, lo que representa muchas más personas.

Ahora durante la pandemia, ¿en qué ha cambiado lo que hace?

¡Todo virtual! Espero que termine pronto…

Impresiona que la tecnología haya servido para que un hijo pudiera despedirse de su padre moribundo en un hospital. En España hay personas que han muerto solas en los hospitales. ¿Qué es lo que más necesitan las personas desde su experiencia en este tiempo de pandemia? ¿Qué es lo que más les hace sufrir, y qué es lo que más alegría les da?

Es difícil no poder decir adiós a los que amas, un abrazo a la gente querida en este momento. Recuerda a otros tiempos cuando los leprosos fueron aislados de sus familias. Pero cada vida tiene un valor infinito. ¿Cómo hablar de estadísticas si el que se va es un amigo? ¿Cómo prohibir que un niño vaya al funeral de su padre? Todo es muy triste.

¿Cómo conoció usted a Jesús? ¿Cómo le dijo el Señor que le quería sacerdote?

Conocí a Jesús cuando comencé a leer el Evangelio directamente después de una reunión del equipo de Regnum Christi donde se habló de Cristo. Y me apasioné por la figura y la persona de Jesús. Los primeros grupos del Regnum Christi de Madrid teníamos grandes ideales. Me consagré para trabajar full time para construir el Regnum Christi. Había ya consagrado toda mi vida para eso, pero Cristo me necesitaba como sacerdote para continuar la misión a la que ya me había consagrado a Él, para que reine en los corazones de los hombres.

¿Qué papel desempeñó su familia en su vocación? Era una familia en la que no se había recibido la fe. ¿Cómo irrumpió el Señor?

Mi familia me dio grandes valores humanos auténticos, mucho amor y alegría, espíritu de comunión, aprender a hacer las cosas con gratuidad, desprendimiento de las apariencias y las cosas materiales… Mi madre tenía una fe autentica y relación personal con su Jesús en el que confiaba plenamente. Esos valores y principios me llevaban a querer construir un mundo mejor, a ser crítico e rebelde contra las medias tintas, los egoísmos. El Regnum Christi apareció como un instrumento para realizar esos ideales. Y Cristo como la respuesta a todo. ¡Amaba los 10 primeros números de la Gaudium et Spes!

En unas semanas, si la pandemia lo permite, visitará a su familia en España. ¿Qué harán? ¿Se tratan habitualmente?

Andremo insieme a casa dei nonni dove stiamo tutti. E ci sono almeno 17 biciclette. Abbiamo un gruppo WhatsApp attivo ogni giorno. Ci parliamo molto spesso. Alcuni sono venuti anche a Rio a trovarmi.

Por cierto que es aficionado al ciclismo, y es de los que puede hacer rutas con el P. Clemens, lo cual significa que no es un paseo de recreo: ¿De dónde le viene esa pasión? ¿Sigue practicando entonces el ciclismo?

Da bambino ho imparato a fare di tutto su una bicicletta. Poi ho praticato molti sport. Mi piacciono quasi tutti quelli di mare e montagna. Ora, è un modo per fare esercizio sufficiente e riposare. Ho molti amici a Rio che pedalano anche loro. Ogni anno facciamo un gruppo fino al Cristo del Corcovado pedalando per Natale.

Fue consagrado antes que legionario de Cristo. ¿Cómo ve el camino que han recorrido los laicos consagrados desde entonces hasta hoy? ¿Le despierta sano orgoglio?

Ci sono laici consacrati meravigliosi. Hanno la sfida di riscoprire le proprie origini nelle sezioni giovanili del Regnum Christi. Così siamo nati!

¿Y la Legión? ¿Qué siente un hombre de 65 años que la Congregación ha aprendido en esta última década de renovación?

Tutto è grazia. Era necessario. Abbiamo ancora molta strada davanti. Molte sfide che richiedono grinta e zelo. Il Regnum Christi ha avuto grandi pionieri che hanno aperto la strada. Abbiamo bisogno di uomini e donne così per costruire il futuro e aiutare Cristo e la Chiesa. Non accontentarsi di essere buoni amministratori delle opere. Abbiamo bisogno di grandi.

¿Qué significa para usted “grande”? ¿No son los pequeños los de Dios?

I Santi sono grandi. Giovanni Paolo II è stato un grande. Tanti Santi.

Ma, P. José María, cosa significa “grande”? Perché può essere interpretato come qualcosa che poi dà luogo a personalismi, grandiosità, superbia… Cosa intende esattamente con “grande”?

La vera grandezza non ha nulla a che vedere con questo! Cristo disse: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura”. Abbracciare e cercare di realizzare pienamente queste parole di Cristo con tutta la vita è voler essere grandi. È affondare nel solco. Donarsi a Cristo pienamente. Non aver paura di intraprendere grandi imprese per amore di Cristo e delle persone. Cristo parla della vera grandezza chiaramente: essere figli di Dio. Partecipare alla natura divina. Ricevere Cristo nell’Eucaristia! Non c’è grandezza maggiore!

Santa Teresa dice che da sola sono una miseria, ma con Dio sono una potenza: Posso tutto! Per questo, essere grandi è avere un cuore magnanimo e generoso. È rinnovarsi continuamente. È perdonare sempre e ricominciare sempre. È non lasciarsi mai vincere dalla delusione. È continuare anche quando sembra impossibile perché Dio è colui che realizza l’impossibile.

L’altra è la grandezza diabolica delle tentazioni di Gesù nel deserto. Non ha nulla a che vedere con la vera grandezza. Cristo è il più grande a Getsemani, sul Calvario, e nella piccola Ostia consacrata che si dà alla mia miseria.

Può condividere qualcosa di ciò che il Signore le dice ultimamente nella preghiera? Qualcosa che ci permette di conoscere un po’ di più Gesù per come è con gli altri…

Mi interessa molto il futuro del Regnum Christi. Non vedo che aver trovato la forma canonica di Federazione lo risolva anche se era assolutamente necessario. Serve una grande grinta e zelo in tutti i suoi membri. Ma nella preghiera quello che ricevo è: “Non ti preoccupare, ci penso io. Fai la tua parte nel miglior modo possibile”.

Mi sento super felice di quello che ho ricevuto, della mia vocazione. E penso: tra 10 anni avrò 75! Tra 10 o 15… finisce tutto! Devo fare ora la mia parte, certo, ma con spirito libero, con libertà interiore, con pace, e cercare ogni persona che Dio mi presenta, annunciare Cristo… È Dio che tocca i cuori delle persone: non sono io.

Il presente articolo è stato pubblicato originariamente sul sito web del Regnum Christi in Spagna.

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