Donna Garrett è membro del Regnum Christi dal 1999. È sposata da 27 anni, ha 4 figli adulti e vive a Omaha, Nebraska. È infermiera pediatrica. È anche membro del Comitato direttivo territoriale del Regnum Christi del Nord America e direttrice regionale del Movimento della località di Heartland negli Stati Uniti, che comprende quattro stati. Nel contesto delle riunioni di pianificazione strategica del territorio del Nord America, tenutesi ad Atlanta dal 17 al 21 agosto, ha rilasciato un’intervista che offriamo di seguito.
Perché è membro del Regnum Christi e come le ha aiutato l’appartenenza al Movimento nella sua vita personale?
Sono membro del Movimento perché Dio vuole questo da me. Quando ho conosciuto il Movimento per la prima volta, ho raccolto tutte le informazioni possibili a riguardo, ho ottenuto alcuni materiali scritti e poi li ho portati a mio marito. Gli ho detto che sentivo che Dio mi stava invitando a impegnarmi con lui attraverso questo movimento, ma mi sembrava importante sapere se lui mi avrebbe sostenuto in questa decisione. Dopo alcuni giorni, mi ha detto che credeva che il Regnum Christi fosse giusto per me. Dopo circa 3 o 4 mesi, mio marito ha potuto percepire la gioia nella fede che Dio mi aveva donato e poco dopo si è anche lui unito al Movimento.
Dio mi ha benedetto molto. Sono entrata in contatto con il Regnum Christi quando i miei figli erano piccoli. Essi hanno fatto parte dell’ECYD. Oggi ho 4 giovani, due uomini e due donne, maturi, convinti della loro fede, che sono all’università. Alcune persone ci dicono che io e mio marito siamo genitori eccellenti. Potrebbe essere che abbiamo fatto alcune cose bene con l’aiuto di Dio. Ma bisogna anche dire che tutti i nostri figli hanno avuto un cerchio di amici sano, e il loro contatto con i legionari di Cristo e con le sacre del Regnum Chisti li ha segnati positivamente. Abbiamo trovato nell’ECYD un complemento al nostro lavoro formativo e un aiuto per trasmettere la fede ai nostri figli.
Durante queste riunioni e anche durante il processo di riflessione del 1º e 2º grado si è parlato della missione del Regnum Christi e di come possiamo compierla al meglio in questo momento della nostra storia. Come ritiene che possiamo collaborare meglio nell’evangelizzazione?
Credo che dobbiamo avere una chiara intenzionalità in tutto ciò che facciamo e allo stesso tempo essere aperti alle ispirazioni dello Spirito Santo. Intenzionalità perché il nostro carisma ci porta a formare apostoli che collaborino all’instaurazione del Regno di Cristo, ma non in modo tale da chiudere la porta allo Spirito Santo che a volte ci guida per vie insospettate.
Vivo in una località dove non ci sono comunità di legionari di Cristo né di consacrati del Movimento o di laici consacrati. In tutta la regione che mi compete coordinare, la crescita e lo sviluppo del Movimento sono stati guidati e realizzati dai laici. Lo abbiamo fatto attraverso esperienze in piccoli gruppi (small groups) dove si possono vivere esperienze spirituali e stabilire relazioni profonde. Siamo convinti che il dono che abbiamo ricevuto come Movimento, di formare e inviare apostoli del Regno, si realizzerà pienamente solo se troveremo persone con cui condividere la nostra testimonianza e esperienza. Per questo, formavamo questi gruppi. E quando un legionario o una consacrata passavano dalla località, avevamo l’opportunità di esporli a un’altra sfaccettatura del Movimento, affinché avessero una visione più completa, più piena di cosa sia il Regnum Christi e dei frutti del carisma vissuto e in azione.
Se il lavoro è stato svolto dai laici, supponiamo che siano loro a ricoprire le cariche direttive del Movimento nella località. È così?
Non siamo mai riusciti ad avere un legionario o un membro consacrato come coordinatore di apostolato o come direttore di sezione di base. Abbiamo dovuto farlo noi stessi. All’inizio, nominavamo alcuni laici per il ruolo e poi li formavamo. Ma con lo scandalo attorno al fondatore, sono state proprio le persone che avevano qualche responsabilità quelle che sono state più colpite e molte di loro hanno lasciato il Regnum Christi. Nella mia regione, invece di cercare alcuni leader specifici per assumere alcuni ruoli nella località, osservavamo le persone che partecipavano al Movimento, i loro talenti, e le incoraggiavamo a collaborare più pienamente alla missione assumendo qualche incarico. Ma dopo averli nominati, continuavamo a camminare con loro. Sappiamo per esperienza che a volte la crescita di una località, o di un apostolato, viene influenzata perché la persona incaricata forse non era pronta per quello. Questo ci ha insegnato che l’accompagnamento, che è il principio da persona a persona, deve continuare nel tempo, perché non si può mai dire di essere completamente formati.